Il 15 maggio 2025 ricorre il centenario della nascita di padre Albino Varotti (1925–2018), frate minore conventuale e figura di riferimento per la composizione, la trascrizione e la conservazione della musica sacra all’interno dell’Ordine. Nel mese in cui si ricorda anche il bicentenario della morte di padre Stanislao Mattei (12 maggio 1825), si propone qui una sintetica presentazione del lavoro di Varotti, che del Mattei riconobbe il valore di custode della memoria musicale. In un’intervista lo definiva «un grande», capace di salvare parte dell’archivio di Padre Martini durante le confische ottocentesche, custodendo opere che esprimevano «le glorie dell’Ordine».
Come ricordava fr. Giovanni Voltan, ministro provinciale, nella lettera inviata ai confratelli della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova il 14 febbraio 2018, «non è semplice ricostruire l’iter di vita vocazionale del nostro confratello, quantunque attingendo ai dati in nostro possesso e ascoltando chi l’ha conosciuto, possiamo dire che la sua vita religiosa è ruotata attorno a Faenza, il “suo” convento di elezione e affetto. Qui aveva fatto la professione solenne (8 settembre 1947), qui era diventato sacerdote (16 aprile 1949), qui ha vissuto la sua vita religiosa». Diplomato in Musica corale, Composizione vocale e Composizione, fu membro della Commissione generalizia di musica francescana, direttore della Cappella musicale della Basilica di San Francesco in Assisi (1966–1967) e poi di quella della Cattedrale di San Rufino. Insegnò Armonia e contrappunto al Conservatorio “Cherubini” di Firenze.
Tra il 1964 e i primi anni Duemila, accompagnò sistematicamente molti suoi manoscritti con la dicitura «per motivi di studio e conservazione», oggi chiave di lettura di un imponente fondo custodito presso la biblioteca annessa a San Francesco a Bologna. Composto da circa 850 buste, il 67% è costituito da copie, riduzioni, trascrizioni e armonizzazioni; il resto da composizioni originali. Si tratta quasi esclusivamente di musica sacra: mottetti, salmi, antifone, messe, oratori, canto gregoriano, intavolature per organo. Compositori come Carissimi, Martini, Fra Serafino da Marradi furono affrontati con metodo pratico e finalità didattiche e liturgiche.
La trascrizione era spesso premessa alla scrittura di nuove opere: le Litanie Lauretane o La vestizione di Santa Chiara mostrano l’influenza diretta dei repertori studiati. Il lavoro di Varotti, pur specialistico, rivela un’impostazione tipicamente francescana, in cui la musica è al servizio della preghiera, della formazione e della vita comunitaria. Lo stesso Ministro provinciale scriveva nella lettera già citata: «Toccherà ad altri tratteggiare quanto di bello ed apprezzato p. Albino ha realizzato nella sua vita nel campo musicale; a noi custodire e tenere viva la memoria dei suoi prestigiosi lavori» — un impegno che la Provincia, attraverso la Biblioteca San Francesco di Bologna, sta cercando di portare avanti.
In tale direzione, chi scrive ha recentemente redatto un articolo (che verrà pubblicato sul volume 2025 della rivista, online e Open Access, "Artes") dedicato a padre Varotti e ai materiali da lui indicati come «per motivi di studio e conservazione», e sta curando la realizzazione di una monografia incentrata in particolare sull’attività musicale e didattica di Varotti, arricchita da numerose testimonianze inedite e volta a una prima ricostruzione del corpus varottiano. A tal fine sarà gradito ogni eventuale ulteriore contributo. Per chi usa i social è stato recentemente aperto il gruppo Facebook Padre Albino Varotti 1925-2025, centenario della nascita.
Per Biblioteca San Francesco Bologna
Ilaria Contesotto (Università di Bologna), PhD Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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