Riceviamo da fr. Giuseppe Cantù una breve cronaca della giornata di saluto della comunità ofmconv da Sabaudia.

sab0Alla fine, uno spontaneo, prolungato, caloroso applauso. Ci troviamo a Sabaudia, nella chiesa della SS: Annunziata, la sera di domenica 25 agosto, giorno e ora fissati per l’ultimo ufficiale saluto alla comunità della città della palude e della bonifica dopo circa 80 anni di servizio pastorale, precisamente dal 1935 al 1942 da parte di confratelli inviati dal Ministro Generale e, dal 1942, ininterrottamente, dai religiosi della Provincia Patavina, per il motivo che i coloni, negli anni trenta, subito dopo il ciclopico lavoro di bonifica della palude dell’agro pontino e della costruzione il 265 giorni (!) della città e dei borghi limitrofi, provenivano in massima parte dal nord, soprattutto dal Veneto.
Nel progetto di ridefinizione delle presenze dell’alma Provincia, da anni, anche Sabaudia era indicata tra quelle non più sostenibili, causa soprattutto della contrazione vistosa delle vocazioni e  per la distanza geografica dal ‘centro’. Così è stato, infatti, anche per le presenze nostre ‘romane’.
 
Vari Capitoli provinciali, ordinari e non, dopo serie e approfondite riflessioni, accompagnate da sentimenti di giustificata amarezza, avevano convalidate la non più dilazionabile, dolorosa decisione e si fissava per il 31 agosto 2013 il termine giuridico ultimo della nostra presenza laggiù, come lo stesso doveva avvenire per altre comunità della Provincia.
 
Torniamo, però, alla sera del 25. La chiesa, naturalmente in stile razionalista, come tutte le costruzioni del regime, non è riuscita a contenere la massa di persone, molte delle quali villeggianti che ordinariamente scelgono quella città per un periodo di riposo e svago. Per la circostanza è presente il nostro Ministro, P. Giovanni Voltan, appena  reduce da un pellegrinaggio, a piedi naturalmente, con alcuni amici, da Assisi a Roma, conclusosi con la professione di fede “ad Petri cathedram”. Saputo dell’evento sono scesi anche tre ex Parroci di Sabaudia, P. Francesco Capuzzo, P. Giuseppe Cantù e P. Gelindo Miolo, insieme con altri confratelli che hanno operato laggiù, P. Domenico Carminati, fra Adriano Zanon e P. Enio Fasolo. Alle 19 inizia la solenne liturgia, accuratamente preparata dai gruppi parrocchiali: servizio liturgico, letture, intenzioni di preghiere appropriate, animazione del canto, presentazione dei doni per la celebrazione e quelli simbolici richiamanti la vita della città delle “due torri” (quella comunale e il campanile). Presenti, ovvio, anche le comunità delle tre cappellanie: S. Isidoro, Sacramento e S. Andrea.
 
sab3Dopo il canto iniziale, P. Giuseppe Bigolaro, parroco, saluta la folta assemblea richiamando la virtù della disponibilità a compiere sempre la volontà di Dio, come ci insegna la Vergine Maria. L’omelia del Ministro, teologicamente e spiritualmente robusta, parte dalle letture della Messa sottolineando i valori della correzione e della consolazione e le immagini evangeliche della porta stretta e del banchetto per tutti. Non è stato difficile attualizzare le parole dell’omelìa a quanto si stava vivendo. Prima della benedizione, due saluti, del sig. Sindaco,  Maurizio Lucci, e di un rappresentante della comunità, Emanuela Massaro, che hanno posto in evidenza la nascita e la crescita della città solidalmente unite alla vita dei frati che via via si sono alternati nel servizio pastorale, circa 60 (!). Per alcuni si è aggiunto un tocco personale, come per P. Aurelio Mattellini che ha lasciato un impronta indelebile nel cuore di tante famiglie, per la sua docilità, bontà, disponibilità e per la cura del canto liturgico, competente, ininterrotta e appassionata. La parola più ricorrente negli interventi e nelle preghiere è stata “grazie”, detto con sincerità e affetto. E si è fatto un doveroso ricordo dei confratelli che il Signore ha già chiamato a sé, alcuni sepolti nel cimitero di Sabaudia: accanto alle loro tombe vi sono sempre fiori: P. Florindo Tozzo, p. Ippolito Mazzucco, P. Cesare Bronca, P. Aurelio Mattellini, P. Luigi Biscaro. P. Gabriele Scavazza (quest’ultimo inviato nei primi anni dalla Provincia Romana). Vogliamo ricordare anche le vocazioni cresciute a Sabaudia e maturate poi nel nostro Ordine: P. Gabriele Scavazza, P. Ippolito Mazzucco, P. Leonardo Masciola, P. Luigi Biscaro, P. Severino Centomo, P. Luigi Cenci, P. Domenico Celebrin, P. Fabrizio Restante. Era, quindi, giustificato il prolungato applauso rigato da commosse lacrimucce di molti. Poi, tutti invitati nel grande salone parrocchiale per il rinfresco, generosissimo e fantasioso, frutto della generosità dei gruppi. E così si conclude l’esperienza della SS: Annunziata di Sabaudia, la cui storia e  le cui memorie sono raccolte, in particolare, in due volumi, uno pubblicato per ricordare il 60° della parrocchia “La SS. Annunziata tra palude e città”, il secondo per il 70° “La SS. Annunziata 70 anni storia e di fede”.  
 
La sera precedente, con gioiosa sorpresa,  il Vescovo amministratore apostolico di Latina, Mons. Giuseppe Petrocchi, già nominato Arcivescovo dall’Aquila e già nella nuova sede, da lassù ha voluto farsi vivo telefonicamente parlando con tutti i frati pervenuti per la circostanza a Sabaudia. Mons. Petrocchi è stato ed è un vero amico dei frati e ha così rinnovato la sua stima per tutto quello che hanno compiuto in tutti questi anni. E sarà lo stesso Vescovo ad ‘intronizzerare’ il nuovo parroco, prete diocesano, don Massimo Castagna, finora parroco a S. Domenico Savio a Terracina, che sarà coadiuvato da altri due sacerdoti. I Frati, invece, torneranno quasi tutti nel nord da dove i ‘coloni’ erano partiti.
A.M.D.G.
 

 
Di seguito un estratto dei discorsi di saluto pronunciati:
 
sab1Saluto del Sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci - Cari frati, voi sapete bene che Sabaudia è una comunità formata da persone di origini e culture diverse, ed è evidente come la presenza dell’intera Comunità religiosa ha assunto sin dall'inizio un ruolo di importanza particolare, un ruolo educativo e sociale considerevole, tale da essere diventata un importante punto di riferimento per la nostra città. Di questo dobbiamo dare atto a tutti i frati che si sono succeduti in questi anni, a cui va il nostro sentito ringraziamento.
 
In questi anni tanti sono stati i religiosi che ci hanno accompagnato per un tratto del cammino ed ognuno di noi è legato a qualche nome in particolare.
Voi tutti, cari frati, certamente, saprete cogliere dalle mie espressioni e dallo sguardo di chi sta partecipando a questo momento di commiato il bene che vorremmo dimostrarvi.
 
Desidero rappresentare tutti: i presenti, gli assenti, gli indifferenti, i malati, quelli che guardano da lontano. Tutta la comunità ecclesiale e civile vi è grata per l'impegno profuso nell'opera svolta dal 1942 ad oggi, per il cammino fatto insieme, per i valori umani, sociali e cristiani che avete saputo proporre.
 
Noi che abbiamo la responsabilità di governare e di amministrare, abbiamo l'obbligo di guardare avanti, stimolati proprio da quei valori che tutti voi ci avete testimoniato; perciò, è per me motivo di orgoglio poterVi confermare, a nome di tutta la collettività che rappresento, i sentimenti di sincera gratitudine ed i nostri migliori auguri per la vostra missione pastorale, perché possiate essere animatori della fede nelle comunità che avranno il dono di accogliervi come loro pastori.
 
.
 
sab2Saluto di un rappresentante della comunità - Reverendo Padre Provinciale,  cari frati concelebranti e presenti, La vostra presenza è stata fondamentale sin dai primi anni della fondazione di questa città, quando, come un dono per le famiglie emigrate dal nord, siete arrivati a portare conforto e sostegno spirituale a chi giungeva qui per iniziare una nuova vita.
 
Vi ringraziamo perché la comunità francescana ha accompagnato la crescita e lo sviluppo di questa città, nata solo 80 anni fa, favorendo l’integrazione delle famiglie, l’accoglienza e la solidarietà vicendevole, adoperandosi perché la diversità delle provenienze non creasse divisioni, ma diventasse una ricchezza per l’unica comunità civile e parrocchiale che si andava costruendo.
 
Ora sta crescendo la quarta generazione dei nati in Sabaudia e ci sarà difficile non avervi come una parte di noi…
 
Vi ringraziamo perché tutti i frati che si sono avvicendati hanno custodito e seminato la Fede cristiana nel cuore delle famiglie, pur nelle difficoltà quotidiane. La comunità dei padri, con i loro diversi servizi, ha reso la chiesa di Sabaudia una casa tra le case con il porsi accanto a chiunque avesse bisogno, con la disponibilità, sempre, e l’atteggiamento accogliente e solidale.
 
Per tutti noi, però, è stato molto educativo anche il vedervi, nel quotidiano, affrontare le difficoltà del vivere, delle relazioni, della missione: un esempio per il quotidiano delle nostre famiglie. Davvero una casa tra le case… ed anche per questa confidenza vi siamo molto grati.
 
Mai avete dimenticato di sottolineare, ognuno con la propria sensibilità, come la famiglia sia la più importante Chiesa tra le chiese. Mai avete negato il vostro tempo, mai avete mostrato stanchezza o debolezza dinanzi alla mole enorme di impegni che, ogni giorno, insieme ai vostri confratelli, avete portato avanti.
 
Vi ringraziamo tutti per il servizio che in questi 71 anni, giorno dopo giorno, avete offerto alla città di Sabaudia, senza distinzioni di persone, con l’attenzione a tutte le fasce d’età, e soprattutto con la costante proposta di itinerari formativi umani e cristiani per i più giovani.
 
Ma voi stessi, con il vostro “sì” obbediente a questa nuova chiamata del Signore, ci insegnate a fidarci di Dio, così che anche noi, come comunità parrocchiale, totalmente, possiamo dire il nostro SI al futuro che Dio ha preparato per la nostra Parrocchia.
 
© 2024 Provincia Italiana di S.Antonio di Padova | Privacy & Cookies

Area riservata