Dopo un anno di lavori, possiamo dire che la ristrutturazione del convento decisa dal Definitorio Provinciale, d'intesa con la Comunità, è terminata.
Come bene ha ricordato l'Economo Provinciale, fr.Carlo Comini, si è puntato alla sobrietà e al risparmio energetico. Per questo è stato fatto il "cappotto" a tutto l'edificio, sono stati cambiati gli infissi, l'impianto di riscaldamento, l'impianto elettrico e gli scarichi in tutti i piani. Altri interventi sono stati fatti nei locali abitati dalla comunità: cucina, refettorio, sala comune, stanze. Anche il terzo piano è stato interessato dai lavori sia pure in forma minore.

Oggi, l'occasione per la nostra comunità di chiedere la benedizione del Signore e di ringraziare la Provincia per questo intervento e le persone che l'hanno curato. Erano presenti il Ministro Provinciale fr. Giovanni Voltan, il segretario provinciale, l'economo provinciale, il geometra Francesco Frezzato di Messaggero Servizi, direttore dei lavori, il referente a Trieste sig. Paolo Savoia, l'impresario di 'Trieste Costruzioni' Roberto e il padre. Hanno fatto corona gli invitati Mons. Pieremilio Salvade', vicario generale della diocesi, p. Roberto Marini vicario episcopale per la vita consacrata, p. Gino Masiero segretario CISM, fr. Enzo Poiana, già guardiano e parroco a Trieste accompagnato da altri due confratelli della comunità del Santo.

Nelle parole di circostanza, il Ministro provinciale ha ricordato, fin dagli inizi della storia francescana, l'importanza del convento come luogo in cui convengono frati, che non si sono scelti per un cammino comune verso Dio.

Nel contesto di questa giornata è stato inaugurato anche un simbolo: "Il Leone di S. Marco" e una targa, posti nel chiostro del Convento, a ricordo dei sedici frati chersini della Provincia Patavina e in particolare: p. Alfonso Orlini, p.Placido Cortese e p. Antonio Vitale Bommarco. Di questo simbolo ci hanno parlato don Maurizio Qualizza, già segretario di Mons. Bommarco, p. Enzo e il sig. Marzio, amico personale di p. Vitale: il Leone come simbolo della forza e della tenacia, che hanno sempre animato l'ex arcivescovo metropolita di Gorizia.

A conclusione del breve rito, il pranzo consumato in francescana letizia durante il quale gli operatori laici hanno riconosciuto con soddisfazione che lo svolgimento dei lavori si è svolto nella massima collaborazione tra tutti e nella serenità.

A lode di Dio. I frati del convento di Trieste


 

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