20180707 ghanaIl viaggio del Mini stro provinciale in Ghana per il Capitolo Custodiale
Kartolina dal Ghana/Capitolo della Custodia “St. Anthony of Padua”/ 17-30 giugno 2018
 

Dopo la visita canonica dei mesi scorsi (preparatoria del Capitolo), assieme all’Assistente generale per l’Africa, fr. Tadeusz, venuto da Roma, ed accompagnato da fr. Valerio, son ritornato in Ghana per la celebrazione del Capitolo di questa nostra Custodia, nata nel 1977 con tre nostri frati partiti da Padova (frati Giorgio A., Emilio G., Giuseppe C.) e la collaborazione di confratelli della Provincia americana di S. Antonio.

Da Elmina, -porto storico ove i portoghesi portarono S. Antonio: da qui l’irradiarsi  del culto - proprio alcuni laici della Confraternita Antoniana erano venuti sin a Padova a reclamare la nostra presenza. Ne ha fatta di strada questa Custodia, nel nome di S. Antonio: oggi i frati professi solenni sono trenta, molte le vocazioni: una piccola foresta che cresce. I missionari rimasti sono tre (frati Giorgio A., Martino C., Giuseppe C.) e continuano a donare la loro esperienza e saggezza.
 
L’andamento del Capitolo, diviso in due parti, è stato sereno: alla guida della giovane Custodia i frati hanno confermato la fiducia al governo uscente (fr. Anthony K. Bezo come Custode che ha voluto gli stessi consiglieri-definitori), dando un segnale di desiderio di continuità e crescita. Non sono mancate con fr. Valerio piccole puntate alle festose celebrazioni eucaristiche dom enicali e la visita a qualche povero villaggio per vedere i pozzi realizzati con l’aiuto di benefattori (tra questi la Caritas Antoniana e altre persone, sempre nel nome di sant’Antonio). Ed anche altri da costruire. Quando vedi i bambini e gli adulti col secchio in testa fare un chilometro o più per andare al fiume per prendere l’acqua (non proprio pulitissima), ti rendi conto di quanto un pozzo (con acqua buona) per un villaggio è un dono più che prezioso.
 
Alla fine, i frati han voluto donarci un “pellegrinaggio”, chiamiamolo così, in un quartiere di Elmina ove fra casupole povere e baracche, tra pescatori aggiustano le reti, c’è una casetta che conserva l’antica statua di S. Antonio portata dai portoghesi. Per motivi diversi (i riti pagani fatti dai proprietari del “santuario” che considerano S. Antonio il più grande tra gli dei e mi han guardato male quando ho detto che a Padova abbiamo il corpo del Santo;  la vecchia statua in pezzi raccolta in una specie di contenitore e sostituita da una recente; il tutto col divieto assoluto di fare foto) la delusione è stata notevole. Però una cosa ci ha un po’ sollevato: proprio in quella zona, in quel quartiere arrivò, con i portoghesi, S. Antonio e da lì partì per il Ghana la devozione al Santo, presto  “battezzata”  - come visto con i nostri occhi - con elementi pagani (non così per la maggior parte del Paese che considera il Santo in modo “cattolico”, dandogli il posto giusto). Povero S. Antonio, quante inculturazioni ha dovuto fare anche da …Santo! Ed anche i nostri missionari recatisi in Ghana proprio a motivo suo: ne è, evidentemente, valsa la pena!

fr. Giovanni Voltan
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