201901-03 cile esperienza missionaria  9ESPERIENZA MISSIONARIA in CHILE
Angelica T. e Riccardo T.

Siamo Angelica e Riccardo, una coppia di ragazzi di 22 e 27 anni che sperimentando il servizio nello scoutismo ha chiesto di poter vivere un’esperienza missionaria in Cile.

La nostra avventura (12 dicembre 2018 - 12 febbraio 2019) è partita dai Frati Francescani Minori Conventuali di Padova che ci hanno indirizzati verso i confratelli missionari che da anni operano in diverse realtà del Cile.

Alla partenza, in valigia c’era la voglia di entrare in contatto con una realtà diversa dalla nostra, apprezzarne i valori, offrire il nostro aiuto e vivere il Vangelo anche in un luogo così lontano. All’aeroporto di Santiago ci hanno accolti l’estate cilena e padre Tullio Pastorelli, che con gli altri frati di Curicò ci ha introdotti al Cile, ci ha mostrato la realtà in cui vivono e ci ha permesso di conoscere Vicente, un bambino malato che continuiamo a ricordare con affetto nelle nostre preghiere.

Dopo qualche giorno, abbiamo lasciato i colori e la vegetazione di Curicò per salire verso Nord, in direzione di Copiapò. Qui abbiamo incontrato una nuova comunità di frati, che ci hanno accompagnato durante la nostra esperienza. Fuori da Copiapò, infatti, verso il deserto di Atacama, c’è l’Hacienda San Pedro: un nucleo di poche case semplici, in fango, compensato e lamiera. Qualche gioco per bambini, una scuola, la cappelletta e la casetta dove abbiamo vissuto, un campo da calcio e dei piccoli negozi di alimentari: questa è San Pedro in tutta la sua naturalezza e semplicità. Tutto intorno il deserto, che abbiamo scoperto essere luogo di pace, di tranquillità, di riflessione. Certo, l’impatto iniziale con il panorama desertico non è stato indifferente: immenso, affascinante, isolato, così diverso da casa. L’isolamento di San Pedro è una delle spinte più forti che quel luogo ti dà per vivere con la gente e tra la gente. Lì tutti si conoscono, i bambini crescono assieme passando le giornate lungo le stradine mentre le mamme o i papà sono fuori a guadagnare qualche pesos per poterli crescere.

201901-03 cile esperienza missionaria  3Come potete immaginare, l’arrivo di una coppia di missionari non poteva passare inosservato, e non è stato facile farsi strada ed entrare in contatto con “la gente del deserto”. Molti però avevano un ricordo più che positivo dell’ultima coppia di missionari italiani, Angela e Salvatore Macca, che in quattro anni avevano fatto grandi cose in quel paese e che sono tuttora ricordati con profondo affetto. La loro esperienza ha indirettamente aiutato la nostra: le famiglie che avevano stretto amicizia con Angela e Salvatore ci hanno accolti e si sono preoccupati di farci sentire a casa, invitandoci a passare con loro il Capodanno.

Dopo il primo periodo di ambientazione e conoscenza è arrivato il grande momento: l’inizio del campo estivo con i bambini . Una ventina di piccoli cileni vivacissimi ci accerchiava ogni mattina quando passavamo di casa in casa a svegliarli per portarli alla capilla, dove avremmo poi passato la giornata con diverse attività di gioco e catechesi. Durante queste settimane il diver timento, le risate e i momenti di gioia non sono mai mancati, come anche una buona dose di pazienza ed intraprendenza. Il bello di queste esperienze è che non ti lasciano scelta: devi metterti in gioco in prima persona, con tutto te stesso. Questo l’abbiamo imparato durante il campo, quando ci siamo resi conto che ciò che contava davvero era che noi fossimo lì con loro e per loro, che ci stessimo impegnando per creare esperienze da condividere con loro. Tutti gli sforzi e tutto l’impegno sono stati ripagati l’ultimo giorno, quando alla domanda di Padre Fabrizio “Cosa avete imparato durante questo campo?” sono arrivate risposte come “Il rispetto”, “Come giocare tutti assieme senza fare i prepotenti”, “La vita di San Francesco”, “Aiutare gli altri”. È stato bello vedere che eravamo riusciti a trasmettere qualcosa a quei bambini che a noi avevano insegnato tanto.

201901-03 cile esperienza missionaria  8Le ricchezze che questa esperienza ci ha regalato non vengono solo dalle settimane di campo. Conoscere una nuova cultura vivendo tra la gente, sperimentare un modo di vivere la fede diverso, poter ammirare la varietà dei paesaggi offerti dal Cile e sentire con che orgoglio i cileni parlano di un Cile che non perde mai la forza di rialzarsi sono tutte esperienze che portiamo con noi. Questi due mesi sono stati particolarmente intensi anche perché ci hanno dato la possibilità di condividere la nostra fede con altre persone, di viverla tra la gente e con noi stessi, di confrontarci con chi, pur trovandosi in situazioni difficili, non perde mai la forza e il coraggio di credere.

Tutto quanto abbiamo appena scritto non sarebbe stato possibile senza i frati che abbiamo incontrato durante il percorso. A Curicò, a Copiapò e a Santiago abbiamo trovato frati e suore che dedicano la loro vita al servizio, che ci hanno accolti, facendoci sentire a casa anche dall’altra parte del mondo.

Ora, a distanza di quasi due mesi dal nostro ritorno, portiamo con noi la risata e la curiosità del piccolo Rafa, la tenerezza di Kiara, la pazienza di Martin, la generosità di Doña Isabel, la forza della mamma di Vicente, la fede di Doña Daisy e la ricchezza di tutte le persone che abbiamo incontrato lì in Cile.

A volte si parte con la presunzione di far del bene agli altri e poi ci si accorge di quanto siano gli altri a far bene a noi. Lo sguardo di una bambina che venendoti incontro dice “Te quiero”, beh, questo vale il prezzo del biglietto e molto di più.

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