20171022 nuovo-delegato foto pisap  33bCelebrazione per l'ingresso del nuovo Delegato Pontificio, Mons. Fabio dal Cin.
 Domenica 22 ottobre alle ore 11.00.

Domenica 22 ottobre alle ore 11.00 i frati della basilica di Sant’Antonio, i molti devoti del Santo e i padovani daranno il benvenuto al nuovo Delegato pontificio, monsignor Fabio dal Cin, fresco di consacrazione episcopale.
 
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Dal Cin è «cresciuto “a pane e sant’Antonio”», per usare le sue parole. Al mensile «Messaggero di sant’Antonio» di questo mese ha raccontato di essere molto devoto al Santo. La sua parrocchia di origine, Sarmede, è l’unica nella diocesi di Vittorio Veneto a essere titolata a sant’Antonio di Padova. La grande devozione che il neo vescovo respirava in quella comunità è stata arricchita dal profondo legame della sua famiglia con il Santo. Da bambino è stato in pellegrinaggio al santuario antoniano con i genitori; qui veniva a pregare negli intervalli di studio, quando frequentava l’istituto di liturgia di Santa Giustina a Padova. E ora, come ha confessato alla nostra rivista, grazie a sant’Antonio potrà «continuare... a tenere un piede in Veneto», terra natale al quale è molto legato.
 
20171022 nuovo-delegato foto pisap  39Al momento della nomina il 20 maggio scorso, il 52enne monsignore ricopriva, tra i vari incarichi, anche quello di Cappellano di Sua santità e di assistente spirituale nel Santuario della Madonna della Quercia in Roma. Oltre a Delegato pontificio per il Santo, in primavera il pontefice lo ha designato Arcivescovo Prelato di Loreto, nelle Marche, dove risiederà. Succede all’arcivescovo Giovanni Tonucci, classe 1941, diplomatico di lungo corso della Santa Sede, che ha svolto l’incarico di Delegato pontificio per la basilica padovana dal 2014 al mese scorso.
 
«Un Delegato pontificio giovane può certamente dare nuovo slancio e vitalità al nostro santuario, sia in termini di tutela del complesso edilizio, sia in termini pastorali – commenta il rettore della basilica padre Oliviero Svanera – Siamo molto felici della scelta del pontefice che, ci auguriamo, “passi a salutare” il Santo qualora confermasse la sua visita in Veneto. Il nostro è un santuario internazionale, perché la devozione al Santo è diffusa in ogni angolo della terra. E come ha ricordato recentemente papa Francesco, la pietà popolare è un’autentica espressione di fede e di amore verso Dio, la Vergine Maria e i santi».
 
Il complesso antoniano, di cui fa parte la Basilica di Sant’Antonio, è di proprietà della Santa Sede. A seguito del Concordato tra la Santa Sede e l’Italia del febbraio 1929, nel 1932 vennero ceduti al Vaticano i beni immobili costituiti dalla basilica e dagli edifici annessi e, l’anno seguente, Papa Pio XI sottraeva alla giurisdizione del Vescovo di Padova il complesso antoniano, sottoponendolo alla sua diretta giurisdizione che, da allora, viene esercitata “nelle cose spirituali e materiali” attraverso un vescovo delegato pontificio.







«Vi ringrazio tutti della presenza e delle preghiere che farete per me»
Basilica gremita oggi per l’ingresso ufficiale del nuovo delegato pontificio monsignor, il 52enne Fabio Dal Cin
22 Ottobre 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio

«Vi ringrazio tutti della presenza e delle preghiere che farete per me». Sono state queste le prime parole che il nuovo delegato pontificio monsignor Fabio Dal Cin ha rivolto oggi all’assemblea dei fedeli che gli ha dato il benvenuto in Basilica del Santo. Varcata la soglia principale, il neo vescovo ha baciato il Crocifisso e poi si è diretto in sacrestia per indossare i paramenti sacri per la celebrazione che ha presieduto. Dopo la comunione, uno dei momenti più significati della cerimonia: l’offerta da parte di Dal Cin di una lampada votiva alla Tomba del Santo, con cui illuminare il cammino della comunità, e la preghiera di intercessione a sant’Antonio per aiutarlo e sostenerlo nel suo mandato di delegato pontificio. Quindi il gesto del pellegrino (la mano posata sulla pietra della tomba), il saluto affettuoso che milioni di pellegrini ogni anno porgono al Santo di Padova.

E oggi, giorno in cui in tutte le parrocchie del mondo si celebra la Giornata Missionaria, le parole di Dal Cin durante l’omelia tracciano il solco di quello che sarà il suo mandato in basilica. «Al di là dell’apparenza, ogni persona è immensamente sacra, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, e merita la nostra attenzione e vicinanza. È il nuovo umanesimo portato da Gesù – ha detto –. Questa basilica ci dice che questo percorso è possibile. Sant’Antonio era uomo di fede e di Chiesa ma ha saputo, nella sua epoca, creare concordia anche nella società civile. Grazie padri del Santo per il vostro amore per questo santuario internazionale. Inizio tra voi il mio ministero e vengo desideroso di condividere con voi questa esperienza». Evidente il richiamo alle parole di papa Francesco che ha enfatizzato più volte come i santuari siano non solo luoghi di quotidiana evangelizzazione, ma anche di missione in una dimensione cittadina di servizio.

«Con affetto e riconoscenza abbiamo salutato il mese scorso monsignor Giovanni Tonucci, al termine del suo mandato quale Delegato Pontificio, oggi con gli stessi sentimenti accogliamo lei, eccellenza, che è stato chiamato ad assumere questo ufficio, insieme al titolo di Arcivescovo Prelato di Loreto e Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa. Papa Francesco ha pensato a un vescovo giovane come Delegato Pontificio per la nostra basilica. Noi siamo riconoscenti al Papa per questo e ne siamo felici. Confidiamo infatti che così il suo servizio episcopale tra noi possa essere stabile e duraturo», queste le parole con cui il rettore padre Oliviero Svanera all’inizio della celebrazione ha salutato a nome dei frati del Santo monsignor Dal Cin. Poi, rivolgendosi al delegato pontificio, ha proseguito: «Durante la sua ordinazione episcopale Lei ha detto di voler essere il vescovo della misericordia. E questa è già  per noi un’indicazione di natura pastorale, dal momento che in questo santuario ogni giorno i frati sono annunciatori e testimoni privilegiati di misericordia attraverso il ministero della confessione».

Nel saluto finale, il nuovo delegato ha ringraziato per il benvenuto tutti i presenti, a partire dalla fraternità dei padri conventuali, dal vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla che ha concelebrato l’Eucaristia, dalle confraternite e dagli ordini cavallereschi della basilica, fino alle autorità civili, accademiche e militari. Una preghiera particolare l’ha rivolta alle persone che vivono momenti di solitudine, malattia e prova. Poi, sciolta l’emozione per la celebrazione di ingresso, è stato il simpatico ricordo finale per il pontefice che ha strappato l’applauso: «Rivolgo a papa Francesco la mia gratitudine per questo incarico, che mi permetterà di tenere un piede in Veneto. Perché questa è la mia terra e vi sono molto legato».

Durante la messa solenne, il ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali, padre Giovanni Voltan, a nome di tutti i frati della comunità francescana del Nord Italia – che ha la sua sede storica a Padova nella Basilica del Santo ma circoscrizioni custodiali in Ghana, Indonesia, Francia-Belgio nonché delegazioni in Portogallo e Chile – ha donato al delegato pontificio due “guide” per camminare insieme: l’annuario della Provincia, una sorta di “album di famiglia” con tutti i nomi e le foto dei frati della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, e il libro del Progetto per il quadriennio 2017-2021 redatto nel Capitolo dei Frati minori conventuali di quest’anno.

Molti i presenti alla celebrazione di ingresso, in particolare devoti e pellegrini, oltre ai rappresentanti delle istituzioni civili presenti (tra questi il sindaco di Padova Sergio Giordani, il vicesindaco Arturo Lorenzoni e il prefetto Renato Franceschelli) e delle le forze dell’ordine. Hanno partecipato anche delegazioni da Loreto, dalla Diocesi di Vittorio Veneto e da Sarmede, paese natale di Dal Cin.



«Eccomi tra voi: io, fin da piccolo cresciuto a pane e Sant'Antonio»

Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Lunedì 23 Ottobre 2017, pagina 2

Mille fedeli per il solenne ingresso di monsignor Fabio Dal Cin «Anche l’uomo più colpevole è segnato da una presenza divina»
PADOVA Una lampada accesa e una preghiera di affidamento davanti alla tomba del Santo, prima della benedizione a una folla di pellegrini, fra i quali spiccavano quelli provenienti da Sarmede (paese natale) e da Vittorio Veneto (cittadina di residenza), hanno costituito il momento toccante, di fede e devozione, ieri nel solenne ingresso del nuovo delegato pontificio monsignor Fabio Dal Cin, 52 anni. Attorno al quale si sono stretti i familiari del Presule: mamma Ada, le sorelle Nicoletta, Orietta, l'undicenne nipote Domenico, piuttosto sorpreso per «uno zio diventato così importante», mentre il padre Angelo è in questi giorni degente in ospedale.

Significativa la presenza dei compaesani, in quanto quella di Sarmede è l'unica chiesa della diocesi di Vittorio Veneto intitolata a Sant'Antonio di Padova, e, per dirla con le stesse sue parole, il nuovo delegato è cresciuto «a pane e Sant'Antonio», respirando quella devozione fin da bimbo in famiglia, e poi in parrocchia.

Del messaggio antoniano, e della necessità di continuare a proporlo, ha poi detto il Presule nell'omelia della solenne concelebrazione con il vescovo di Padova Claudio Cipolla e altri ventidue religiosi e sacerdoti.

«Sant'Antonio ha messo a disposizione di Dio tutto se stesso, è stato un vero uomo di Chiesa, e così ha contribuito a porre il lievito dell'unità nella comunità civile e religiosa del suo tempo, segnato da divisioni e ingiustizie… Oggi incomincio il mio ministero tra voi - ha aggiunto rivolto ai frati - Vengo col desiderio di condividere il cammino di questo santuario e nella prospettiva che papa Francesco ha indicato, affermando il valore dei santuari come un'opportunità insostituibile per l'evangelizzazione del nostro tempo».

Rifacendosi poi al passo evangelico del «dare a Cesare quel che è di Cesare», Dal Cin ha osservato: «Se la moneta va restituita a Cesare perché porta la sua immagine, che cosa invece appartiene a Dio e a Lui deve essere restituito?».

La risposta sta all'inizio della Bibbia, laddove si legge che Dio «creò l'uomo a sua immagine…». L'uomo, ha sottolineato il Presule, «anche il più colpevole e sgangherato, è sempre radicalmente segnato da una presenza divina… Dare a Dio non significa pagare una tassa, ma essere veramente noi stessi. Significa che se Dio è amore, anche noi dobbiamo volerci bene. Se Dio è comunione di Persone (Padre, Figlio, Spirito Santo), anche noi ci realizziamo vivendo in comunione tra di noi e ci comprendiamo realmente solo con esseri-in-relazione». Quindi, dare il primato a Dio significa «avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alla sopraffazione».

Nel saluto al Delegato, il rettore della basilica padre Oliviero Svanera, si è richiamato a quanto affermato dallo stesso Presule nel giorno dell'ordinazione episcopale: voler essere «il vescovo della misericordia», sottolineando che questo rappresenta «un'indicazione di natura pastorale, dal momento che in questo santuario ogni giorno i frati sono annunciatori e testimoni privilegiati di misericordia attraverso il ministero della confessione».
 
Giovanni Lugaresi



Il mandato di Dal Cin «Solidarietà concreta è misericordia»

Fonte "Il Mattino di Padova" di Lunedì 23 Ottobre 2017, pagina 18

Il saluto in Basilica del Santo del nuovo delegato pontificio «Io, veneto d’origine, sono contento di tornare a Padova»

«La solidarietà è la misericordia cristiana che si fa concreta». Monsignor Fabio Dal Cin, nuovo delegato pontificio, si presenta alla comunità di fedeli della Basilica del Santo usando parole dense di significato. Concetti semplici che sono stati la sua stella polare durante un lungo cammino che ora lo riporta nel suo Veneto. L'uomo di papa Francesco nella basilica intitolata a Sant'Antonio. «Sono contento di vivere nelle Marche, ma considerando che il Veneto è la mia terra d'origine non mi dispiace affatto rimettere un piede a Padova».

A prendere parte alla cerimonia c'erano moltissimi padovani, ma anche molti stranieri arrivati da tutta Europa. Ed è tornata a far capolino, tra i banchi del Santo, anche la Padova istituzionale: in prima fila c'era il sindaco Giordani, in fascia tricolore, che non ha disdegnato anche un pubblico "benvenuto": «La basilica di Sant'Antonio, per noi padovani, è semplicemente "il Santo", e questo basta a capire quanto siamo familiarmente legati a questo luogo. Fa parte della vita di tutti noi, e grazie al laborioso impegno dei frati conventuali minori continua ad essere una meta di pellegrinaggi sempre affollatissima. Ringrazio tutti coloro che collaborano ogni giorno a rendere grande questo simbolo cittadino, e porgo a monsignor Dal Cin i migliori auguri per il suo servizio».

Dal Cin ha 52 anni e al momento della nomina ricopriva, tra i vari incarichi, anche quello di Cappellano di Sua Santità e di assistente spirituale nel Santuario della Madonna della Quercia in Roma. Oltre a delegato pontificio per il Santo, in primavera il pontefice lo ha designato Arcivescovo Prelato di Loreto, nelle Marche, dove risiederà. Succede all'arcivescovo Giovanni Tonucci, classe 1941, diplomatico di lungo corso della Santa Sede, che ha svolto l'incarico di delegato pontificio per la basilica padovana dal 2014 al mese scorso.

Con il Veneto, e soprattutto con Padova, Dal Cin dice di avere un legame antico, che affonda nella consuetudine familiare: «Sono venuto per la prima volta in pellegrinaggio con i miei genitori: di primo impatto mi colpì molto l'immagine dei grandi che poggiavano la mano sull'arca del Santo. Poi la mia parrocchia di origine, Sarmede, è l'unica nella diocesi di Vittorio Veneto a essere titolata a Sant'Antonio di Padova, e i miei genitori stessi sono molto devoti. Diciamo che, con quest'incarico, mi sembra d tornare un po' in famiglia».Durante la cerimonia e dopo la cerimonia Dal Cin ha ricevuto l'affettuoso benvenuto di molti padovani e pellegrini, dei frati minori (che gli hanno offerto in regalo due brevi pubblicazioni) e anche, naturalmente, del rettore, padre Oliviero Svanera: «Con affetto e riconoscenza abbiamo salutato il mese scorso monsignor Giovanni Tonucci, al termine del suo mandato quale delegato pontificio, e oggi con gli stessi sentimenti accogliamo monsignor Dal Cin.

Papa Francesco ha pensato a un vescovo giovane come delegato pontificio per la nostra basilica. Noi siamo riconoscenti al Papa per questo e ne siamo felici. Confidiamo infatti che così il suo servizio episcopale tra noi possa essere stabile e duraturo, nonché occasione di slancio e di vitalità per il nostro santuario antoniano. Per questo siamo desiderosi di poter camminare insieme a lei come frati, laici e devoti del Santo tutti affinché sia valorizzata la bellezza e le potenzialità di questo luogo, che custodisce la tomba di Sant'Antonio, il Santo per antonomasia. Le assicuriamo per questo la nostra vicinanza e la nostra preghiera al Santo, le anticipiamo il nostro impegno e la nostra dedizione, le offriamo tutta la nostra collaborazione in fiducioso spirito di servizio».

Silvia Quaranta


Dal Cin: da sant’Antonio unità e concordia
 
Fonte "Avvenire" di Martedì 24 Ottobre 2017, pagina 16

Padova.
Il nuovo umanesimo portato da Gesù Cristo, il desiderio che ogni persona, immensamente sacra, sia raggiunta dall’amore di Dio e meriti il nostro affetto e la nostra dedizione: con questi tratti di indirizzo monsignor Fabio Dal Cin, 52 anni, nuovo arcivescovo prelato di Loreto e delegato pontificio per la Santa Casa e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova, si è presentato domenica, ai numerosissimi fedeli, ai frati conventuali, alle autorità civili, al vescovo di Padova e ai numerosi presbiteri presenti nel Santuario padovano, in occasione del suo ingresso. Nelle parole del delegato non c’era solo il legame con il Vangelo e con l’invito di papa Francesco, per la giornata missionaria mondiale, ad attraversare, come pellegrini, i tanti deserti della vita e far toccare gli uomini dall’amore di Dio. C’era anche la certezza che «quanto il Signore ci chiede è possibile», anche grazie alla testimonianza di Santuari come la Basilica di Sant’Antonio, meta di centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno. «Qui – ha sottolineato l’arcivescovo – sentiamo più che mai forte il luminoso esempio di sant’Antonio, grande uomo di Dio e di Chiesa, che ha contribuito a porre il lievito dell’unità e della concordia nella comunità civile e religiosa del suo tempo, segnata da divisioni e ingiustizie» e la sua opera prosegue «nel ministero di accoglienza, accompagnamento e consolazione svolto dai padri conventuali, che ringrazio di cuore, per l’amore alla chiesa nel servizio della gente, dei devoti, dei pellegrini che frequentano questo luogo».

E se la Basilica di Sant’Antonio sta nel cuore di Dal Cin (originario di Sarmede, unica parrocchia della diocesi di Vittorio Veneto dedicata al taumaturgo e cresciuto nella forte devozione al santo), anche come delegato pontificio ha sottolineato il desiderio e la volontà di «condividere il cammino di questo Santuario» nella prospettiva indicata da papa Francesco nel motu proprio Sanctuarium in Ecclesia, laddove si ricorda «il valore dei Santuari come opportunità insostituibile per l’evangelizzazione del nostro tempo e un valido aiuto per la pastorale ordinaria e la vita di tutti i giorni». «Chiediamo a sant’Antonio di aprirci agli orizzonti della fede» ha concluso Dal Cin, che al termine della celebrazione ha voluto impartire la benedizione proprio dall’altare che custodisce il corpo di sant’Antonio dopo aver deposto una lampada votiva e pregato con il gesto del pellegrino (la mano sulla tomba).
Calda e fraterna l’accoglienza dei frati conventuali. Il rettore della Basilica, padre Oliviero Svanera, ha espresso riconoscenza al Papa per la scelta di un «vescovo giovane» nella speranza «che il suo servizio episcopale tra noi possa essere stabile e duraturo, occasione di slancio e di vitalità» per il Santuario. E prendendo spunto da un sermone di sant’Antonio ha augurato al delegato di essere un vescovo «mansueto, giusto, salvatore e povero»; mentre il ministro provinciale, padre Giovanni Voltan, con due doni - l’annuario della Provincia francescana, una specie di album di famiglia, e il progetto per il quadriennio 2017-21 del Capitolo dei minori conventuali - ha condiviso il desiderio di camminare insieme.

Sara Melchiori




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