P. Giovanni Voltan invia una lettera fraterna a proposito delle tappe della sua visita precapitolare alle comunità della Provincia.

convento-parrocchia di s. Francesco Albaro-GeNei giorni 31 gennaio-5 febbraio scorsi ho iniziato la mia "visita canonica" di "ministro provinciale": è la visita che il superiore provinciale deve compiere ad ogni convento in vista del Capitolo provinciale che cade ogni quattro anni: per noi sarà nella primavera del 2017. Il Capitolo è il momento più importante della vita di una Provincia: si elegge chi la guida, si prendono le decisioni più importanti, si tracciano le priorità del prossimo quadriennio. Son partito da Genova, dai nostri due conventi con parrocchia: Albaro (San Francesco d'Assisi) e Boccadasse (Sant'Antonio di Padova). Ho voluto anche portarmi a Bolzaneto ove nel 2014, con grande dispiacere, abbiamo lasciato, nel contesto del ridimensionamento delle nostre presenze, il convento con parrocchia di San Francesco alla diocesi. Il frate parroco, fra Renato, ha chiesto però di rimanere, con un accordo, in "prestito" alla diocesi, prolungando la presenza francescana nella dinamica e popolare periferia di Genova.

Nel mio primo giorno, il lunedì in parrocchia ad Albaro ci sono stati tre funerali, 109 il totale di quelli del 2015. Il 40 per cento di funerali, di famiglie che chiedono per i ragazzi i sacramenti vengono da fuori: dai frati si sentono accolti. I confratelli, cinque (i frati Ottavio, Francesco, Piero, Valerio e Michele), corrono tra eucarestie, catechesi, benedizioni, animazione dei vari gruppi. Idem i due frati di Boccadasse, presto in tre (i frati Franco, Ferdinando, Luciano). convento-parrocchia-santuario di s. Antonio Boccadasse-GeLa gente ama i frati e i momenti fondanti la comunità - liturgia, catechesi, carità - sono partecipati e gettonati. Sono stati i laici a spingere per un "laboratorio per genitori", "crescere insieme nella fede" ed altre iniziative intriganti. Anche i dopo cresima, solitamente tempo della fuga inesorabile degli adolescenti, tengono. Un'isola felice? Non credo. Direi che paga un lavoro in rete, portato avanti da anni, con una trama forte di relazioni basate sull'accoglienza, sulla corresponsabilità. C'è vita. Liturgia-catechesi-carità sono come in una squadra di calcio difesa-centrocampo-attacco, qualcosa di strutturale, ma quello che fa la differenza è sempre la regia, il gioco di squadra più che cercare lo spunto solitario del solista. I laici apprezzano la vita fraterna dei frati divenuta gioco di squadra dalla preghiera condivisa del mattino (ufficio di letture e lodi che seguono la prima messa), dal caffè preso insieme in convento sino agli incontri formativi del pomeriggio e della sera. E al "culmen et fons" della vita parrocchiale: l'eucarestia domenicale a famiglia riunita.

Mi rimangono altre 34 comunità da visitare, ma dall'ovest della Provincia, da Genova, ove ho iniziato, parto con speranza lodando il Signore per il bene che i frati compiono nel suo nome. Me l'ha confermato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova (e presidente della Conferenza Episcopale Italiana), me l'hanno detto, con gli occhi commossi, i consigli pastorali di Bolzaneto, Albaro e Boccadasse. Allora, avanti!
particolare dellaltare della chiesa di Albaro-Ge con lo stemma dellOrdine francescanoil mare di Genova davanti Corso Italia
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