A Trieste, via Giulia, attuale unica nostra presenza in Friuli Venezia Giulia. Tra le righe di presentazione del P.C. ("progetto comunitario" che la comunità si è data per il quadriennio 2013-'17) trovo scritto: "come frati siamo desiderosi di servire il Signore con amore, nella fedeltà all'ideale francescano e nel donare il meglio di sé alla comunità ecclesiale in cui siamo chiamati a offrire l'impegno apostolico, cioè la diocesi di Trieste in cui siamo inseriti. La nostra parrocchia si compone di poco meno di seimila persone. Si trova in città che ha un alto livello di longevità per cui ci sono molte persone anziane, sole e bisognose. È una città colta e noi abitiamo nella zona contigua all'università. C'è pluralismo linguistico, etnico e culturale che alimenta diffuso relativismo sul piano etico e religioso. Una città tendenzialmente laica. La crisi economica fa sentire anche qui le conseguenze ed aumentano le persone povere. La nostra comunità parrocchiale è ancora vivace, in cammino...". La presenza in Trieste, dopo le soppressioni, è ripresa nel secolo scorso. Nel 1965 viene eretta la parrocchia San Francesco, dopo che i frati già da circa un trentennio (1938) erano presenti nel territorio e lavoravano nella diocesi tergestina.

I frati sono cinque: Tiberio, Antonio R., Franco, Antonio P. e Cezar. Insieme cercano di vivere quanto da loro espresso nel progetto comunitario. I gruppi sono gli stessi d'ogni parrocchia, compresi l'OFS e la MI (Ordine francescano secolare e la Milizia dell'Immacolata) con le attenzioni dovute alle famiglie, ai ragazzi dell'iniziazione cristiana, agli universitari, senza dimenticare la caritas, gli anziani ed ammalati.

Un confratello vescovo, che ha trascorso l'ultimo periodo della vita in convento a Trieste, P. Antonio Vitale Bommarco (+ 2004; già ministro provinciale, poi ministro generale prima di essere vescovo di Gorizia) ha molto lavorato per due grandi figure conventuali di questa regione: il beato Odorico da Pordenone (+1331), tra i primi francescani a raggiungere ed evangelizzare la Cina lasciandone traccia nel provvidenziale Diario steso per obbedienza ai superiori; il Servo di Dio p. Placido Cortese (+ 1944) ucciso dalla Gestapo a Trieste, in piazza Oberdan, dopo aver salvato in Padova, presso la Basilica del Santo -insieme a una rete di laici-, molte vite umane strappandole all'odio nazista. Aggiungo a questi campioni di fede e carità, p. Bruno Pesenti, del convento di Trieste, prematuramente scomparso lo scorso anno. Proprio di questi giorni la pubblicazione in un testo di stralci del suo diario spirituale (La vita: 'un santo viaggio') che ci dicono e confermano la bontà e profondità della sua presenza tra noi.