rom02UN RAGGIO DI SOLE
Esperienza di servizio in Romania
di Cristina T.

Mi chiamo Cristina, 47 anni, nata in Romania, mamma di due ragazze e da 17 anni vivo a Padova.  Da quando sono arrivata in Italia ho sempre lavorato al fine di mantenere la mia famiglia, e una volta certa che le figlie fossero indipendenti e autosufficienti, ho deciso di dare una svolta alla mia vita.
 
Ho iniziato vari percorsi di volontariato, come aiutare i senza tetto, le ragazze che subiscono la tratta e si trovano sulla strada, mamme single in difficoltà ecc. fino a quando, con il sostegno del mio confessore, mi sono sentita e decisa di intraprendere un cammino per vivere un’esperienza di vera e propria missione.
 
Dopo un periodo di alcuni mesi di preparazione sulle motivazioni e su quello che desideravo fare - seguita da fra Valerio, Segretario del Centro Provinciale per le Missioni della PISAP - si è pensato insieme che la giusta destinazione per me fosse la casa ‘O raza de soare’ , tradotto in italiano ‘un raggio di sole’, in Romania.
 
Questa casa è gestita dalle Suore Francescane Missionarie di Assisi, dove solitamente svolgono servizio tre suore e quattro dipendenti: tra le loro mansioni c’è la supervisione degli ospiti, la gestione della casa, la preparazione dei pasti, le pulizie, ecc.
 
I ragazzi presenti nella casa ‘O raza de soare’ sono nove, tra i 25 e i 32 anni. Sono orfani a causa delle loro disabilità e hanno tutti contratto il virus dell’HIV. Sono stati salvati dal coraggio e dalla bontà d’animo di alcune suore che hanno lottato contro le istituzioni pubbliche per lasciarli in vita e garantendogli un’esistenza migliore e dignitosa. Attualmente abitano in una bella struttura donata a loro da un benefattore italiano.
 
Sono partita all’inizio del mese di Luglio u.s. per vivere un’esperienza di due mesi. Accolta in questa grande famiglia, mi sono confrontata con una realtà ben diversa dal solito. In particolare mi è stato chiesto di seguire i ragazzi, alcuni dei quali avevano bisogno di maggiori attenzioni in quanto si agitavano facilmente e risultavano violenti sia con noi operatori, sia con gli altri ragazzi. Gli ospiti della casa, come tutte le persone, sono diversi caratterialmente, oltre che nel tipo di disabilità, e per questo è necessario dargli attenzione e assistenza continua notte e giorno. Ognuno poi, in base alle proprie capacità, ha ricevuto vari compiti e responsabilità: c’è chi, ad esempio, ha il compito di dare l’acqua alle piante, altri di dare da mangiare ai conigli, altri di apparecchia il tavolo, ecc. 
 
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Quando sono arrivata sono stata accettata subito dai ragazzi e ho cominciato la mia collaborazione con le suore. La maggior parte delle mattinate le passavo con i ragazzi che avevano più problemi, supervisionavo le loro attività che potevano essere: giocare insieme, passeggiare, fare ginnastica. I pomeriggi li passavo invece con i ragazzi a cui si potevano affidare più responsabilità, facendo assieme il rosario, vari lavoretti, ed aiutandoli a svolgere le loro attività quotidiane. Oltre a queste mansioni, partecipavo alla preparazione e distribuzione dei pasti. Spesso – alla sera - si usciva dalla casa per una passeggiata o semplicemente per un gelato.
 
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Quest’ esperienza mi ha dato tanto da molti punti di vista: ho imparato ad essere grata a Dio per tutto quello che ho; stare con i ragazzi della casa ‘O raza de soare’ mi ha permesso di conoscere la loro gioia e positività, mostrandomi come non abbiamo bisogno di essere tanto negativi e di vedere sempre il male dappertutto; che qualunque ostacolo che si presenti alla vita si può affrontare con il sorriso; ho imparato la pazienza e ad affrontare tutto con amore e gioia. 
Rientrata in Italia sento di voler ringraziare Dio e tutti quelli che mi hanno aiutata a vivere quest’ esperienza, e anche il desiderio di continuare il cammino missionario o ritornando in Romania, o per un’altra missione.
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